Una grande storia progressive: debuttano i Limite Acque Sicure
Minotauro Records pubblica il disco d’esordio del sestetto ferrarese. Prog-rock narrativo e policromo, un concept sul cambiamento con una appassionata rilettura del ‘Giardino del Mago’ del Banco
«Quello che abbiamo assorbito dal mondo del progressive, e che crediamo possa sintetizzare la caratteristica del nostro approccio con la musica, è l’imprevedibilità, il rifiuto del banale. Che non significa automaticamente dover ricercare soluzioni artificiose o inutilmente complicate per il solo gusto di apparire originali; significa piuttosto raccontare storie che abbiano significati concreti e forti, nelle quali ciascuno possa ritrovare elementi della propria esperienza, veicolati da soluzioni musicali alle quali non abbiamo imposto vincoli né modelli».
Una dichiarazione significativa, quella con cui i Limite Acque Sicure presentano il loro album d’esordio Limite Acque Sicure (Minotauro Records) e più in generale il loro modo di intendere la musica: una visione “altra” che dalla grande esperienza storica del progressive ha preso lo spirito avventuroso, il desiderio di andare oltre gli steccati, la voglia di raccontare storie.
Quelle che animano Limite Acque Sicure, un concept album ispirato alla filosofia del cambiamento, del rischio, dell’evoluzione, umana e artistica. L’album attraversa, brano dopo brano, temi come «il cambiamento della consapevolezza di sé stessi, della percezione del rapporto con il proprio mondo, del viaggio vero e proprio, della necessità di soddisfare i bisogni fondamentali della vita. Il concetto di evoluzione si estende anche a livello di civiltà, oppure nel sentimento umano, come quello di una madre
per i propri figli, percorso faticoso, sempre oltre il limite».
Nati nel 2005, strutturati in quintetto dal 2009 e nella formazione definitiva a sestetto nel 2016, i membri della band di Ferrara hanno provenienze e orizzonti diversi, dal metal alla fusion, dalla classica al rock, ma proprio questo è il segreto della loro formula. «Il gruppo è un’area di confronto, le diverse esperienze musicali rappresentano una preziosa risorsa alla quale abbiamo continuamente
attinto. I brani rappresentano la sintesi o meglio la possibilità di coabitazione sotto lo stesso tetto. Nessuno di noi ha rinunciato alle personali tendenze e sensibilità, che probabilmente sono individuabili senza troppe difficoltà da un ascoltatore attento».
Classico album di rock progressivo italiano appassionato, melodico, travolgente ma anche ben architettato e lavorato, Limite Acque Sicure attinge ad un’ampia tavolozza di suoni e colori, ma anche – su tutti – al mito del Banco del Mutuo Soccorso, il cui repertorio era alla base del primo nucleo del gruppo.
Nell’album spicca infatti un rifacimento della suite Il Giardino del Mago, che ha da poco compiuto 50 anni: «È stata una grande soddisfazione ed un grande onore eseguire la musica del Banco, che è stata da stimolo anche in questo nostro, chiamiamolo così, passaggio evolutivo verso un impegno in prima persona, con una proposta musicale originale. Il giardino del mago è uno dei brani più significativi di tutta la storia del progressive, e uno dei più sfidanti dal punto di vista esecutivo. Non solo e non tanto dal punto di vista tecnico, ma soprattutto di interpretazione, di atmosfera. Abbiamo cercato di esaltare il senso di attesa, di mistero, di
smarrimento che pervade e caratterizza tutto il brano, affrontando le difficoltà, anche di esecuzione dal vivo, con tutta la cautela ed il rispetto che è doveroso ed inevitabile riservare alle grandi opere d’arte».
Limite Acque Sicure:
Andrea Chendi voce
Ambra Bianchi flauto, voce e arpa
Antonello Giovannelli tastiere
Luca Trabanelli chitarre
Paolo Bolognesi batteria
Francesco Gigante basso