Una PA su 10 non adempiente a regole conservazione dati
Al Forum ANORC i contributi di Butti, Agid e Garante privacy
Sono davvero poche le pubbliche amministrazioni in regola sulla protezione dei dati personali. Secondo un’indagine presentata oggi alla Camera dei deputati durante il Forum dell’Associazione nazionale degli Operatori Responsabili della Conservazione dei dati, neanche una su dieci ha nominato un responsabile della Conservazione e solo l’8,5% ha pubblicato il Manuale della conservazione aggiornato alle Linee guida Agid.
“Spero- dichiara il presidente di Anorc Professioni Andrea Lisi- che dietro a questa mancanza di pubblicazione qualche regola sia rispettata perché si sta delegando tanto a processi di digitalizzazione ma dietro ci deve essere un archivio che deve rispettare regole precise, quelle delle linee guida Agid”.
Sul tema, Anorc ha acceso un dibattito coinvolgendo i membri dei due comitati scientifici su digitale che affiancano il dipartimento per l’Innovazione, e rappresentanti del mondo politico e istituzionale, anche alla luce delle novità europee. La prima parte del Forum, ha visto i contributi, fra gli altri, del sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti, dell’Autorità garante della protezione dei dati e di Agid. Il sottosegretario, in un video realizzato per l’evento, ha ricordato le sfide per la digitalizzazione dell’Italia e la crucialità del ruolo delle competenze.
Proprio su questo Anorc avanza proposte concrete, come destinare parte dei fondi del Pnrr alla formazione dei professionisti responsabili dell’innovazione delle Pa, a partire dai modelli organizzativi.
“In questi anni noi continuiamo ad acquistare tecnologie seppure molto innovative, poi cerchiamo di applicarle su organizzazioni vetuste, datate e superate, e le cose non funzionano”, dichiara il professor Donato Limone, presidente del Comitato tecnico-scientifico Anorc.
“Non abbiamo fatto- continua Limone- una adeguata riflessione sui processi di organizzazione e non vi abbiamo allineato i processi di digitalizzazione“.
Eppure, secondo l’associazione degli Operatori della conservazione dei dati, in Italia i modelli di conservazione e protezione sono tra i migliori in Europa. Un dato riconosciuto anche dal direttore generale di Agid, Mario Nobile, che ha garantito il suo impegno affinchè, in vista dell’aggiornamento al regolamento eIdas, ai conservatori italiani si possa aprire l mercato europeo dei servizi fiduciari.
“La conservazione sino a oggi- spiega Lisi- è stessa materia puramente italiana. Si poggiava su standard sviluppati da Agid con grande minuziosità e lunugimiranza rispetto all’Europa. Agid si impegnerà a portare in Europa i nostri standard in maniera che si prenda come esempio”.
Centrale anche il tema della IA, citato in apertura anche dal sottosegretario Butti, che ha ricordato come nelle scorse ore ha ribadito in Consiglio Ue la necessità di regole certe e semplici correlate di sanzioni per lo sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale.
“Il garante italiano- spiega Agostino Ghiglia, membro dell’Autorità garante della Privacy- è stato il primo a cercare di regolamentare l’intelligenza artificiale intervenendo su ChatGPT e limitandone il trattamento nel marzo 2023 perché violava 6 articoli del codice Privacy del regolamento europeo sulla protezione dei dati personali. L’IA va regolamentata, è una grande opportunità ma soprattutto quella generativa che fa scraping di dati su tutte le reti, i social e quant’altro, deve essere regolamentato per evitare che coi dati dei cittadini si faccia di tutto e non solo gli affari”.