VIDEO – Controcorrente Prima serata: ecco l’intervista a Oleksiy Arestovich, consigliere di Zelensky

«Possiamo vincere senza NATO, senza no fly zone se la NATO ci fornirà armi e difesa anti-aerea, ovviamente pesanti. Ad oggi abbiamo abbattuto 105 aerei, per cui riusciamo a chiudere lo spazio aereo da soli. Ci servono le armi pesanti perché ora ci sono sei volontari che vogliono prendere un’arma da fuoco però non ci bastano le armi. Noi abbiamo bisogno delle armi. Noi da soli riusciremo a sconfiggere la Russia» sono le parole del consigliere del premier ucraino Volodymyr Zelensky, intervistato ieri sera a “Controcorrente – Prima Serata da Veronica Gentili, in onda su Retequattro.

A seguire le dichiarazioni rilasciate e link per rivedere l’intervista.

Veronica Gentili: «Lei è convinto che l’Ucraina può continuare a resistere e per quanto ancora può resistere?»

Oleksiy Arestovich: Non è una questione. Noi vogliamo vincere, non soltanto resistere. Io penso che la Russia sia già sconfitta e quindi i loro carri armati non riusciranno a portare avanti l’offensiva per cui saranno distrutti dai nostri partigiani. Noi vogliamo vincere, è questo quello che vogliamo».

Veronica Gentili: «Lei ha capito perché Putin si sta accanendo sui civili? Qual è l’obiettivo? Terrorizzare la gente affinché smettano di resistere?»

Oleksiy Arestovich: «Questo è ciò che è stato fatto ad Aleppo. Questo terrore serve per dire che le nostre truppe non sono capaci, il nostro esercito non è capace di difendere. Si vuole creare una spaccatura tra l’esercito, il popolo e il nostro Governo. Noi lo capiamo. Le nostre forze armate stanno combattendo e il nostro obiettivo è proprio quello di far sì che questo terrore non ci sia contro i civili».

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Veronica Gentili: «Se doveste perdere, che cosa succederebbe?»

Oleksiy Arestovich: «Non perderemo. Anche se, deve capire che in Russia ci sono 10 eserciti: 3 sono già stati distrutti, il quarto è quasi distrutto. Per cui siamo riusciti a fermarli. Adesso stanno cercando di prendere Mariupol, stanno portando le truffe di riserva, ma non hanno tanti in realtà. Se avessimo le armi saremmo già andati in controffensiva».

Veronica Gentili: «Come replica a Putin, ma anche a tutti coloro che non sono con voi che fanno accuse di nazismo, di avere rapporti con il nazismo. Quanto c’è di vero»

Oleksiy Arestovich: «La risposta è molto semplice. Il nostro Presidente è un ebreo, quindi ci può essere un ebreo a capo di uno Stato, se è uno Stato nazista? Io direi che è evidente quanto queste accuse sono infondate».

 

Veronica Gentili: «Ha parlato dell’importanza delle armi. Abbiamo visto Zelensky, nel nostro Parlamento, parlare solo di sanzioni a differenza degli altri appuntamenti a cui è andato. Siccome lei ne cura anche la comunicazione, le chiedo perché da noi non l’ha chiesto?»

Oleksiy Arestovich: «Molto probabilmente vi sono degli accordi precedenti con il Governo italiano per cui l’Italia, evidentemente, ha fatto delle promesse ma non per quello che riguarda le armi perché ogni Paese decide in che modo vuole fornire supporto e aiuto. Noi vi siamo davvero molto grati per il supporto diplomatico e anche per l’accoglienza dei nostri profughi. Anche le sanzioni sono una forma di armi che ci aiutano anche sul campo di combattimento. Per cui, se l’Italia può sottoscrivere un altro pacchetto di sanzioni ci permetterà di fermare Putin».

 

Veronica Gentili: «Putin cosa vuole? Gli basterebbe l’Ucraina, se riuscisse a prendere Crimea e Donbass?»

Oleksiy Arestovich: «No. Putin vuole far sì che l’Ucraina torni all’interno della sfera di influenza della Russia. Non vuole un’unità europea ed euro-atlantica perché, ovviamente, ogni Paese europeo è più debole della Russia se è da solo, ma se sono uniti sono più forti. Per cui il suo obiettivo è quello di togliere questa unità. La stessa cosa per togliere unità al nostro Paese. Se vogliamo fermarlo, ora è il momento giusto per farlo e le sanzioni e anche altre forme di aiuto europeo sono importanti. Dobbiamo fermare questo regime totalitario perché Putin non si fermerà, andrà avanti finché potrà».