(VIDEO) Mosul, infermiera italiana MSF: “Mai visti tanti feriti in una sola giornata”
A Mosul l’impatto del conflitto sulla popolazione continua a essere devastante. Da febbraio, in un solo ospedale a sud della città, Medici Senza Frontiere (MSF) ha trattato circa 2000 feriti, dei quali più della metà sono donne e bambini. Sono tantissimi i feriti di guerra e gli ospedali distrutti o danneggiati. MSF offre cure salvavita d’emergenza, ma si occupa anche di salute materno-infantile, effettuando parti d’urgenza e cure post-operatorie per tutti i feriti che ne hanno bisogno. Intanto cresce la preoccupazione per le persone intrappolate dietro la linea del fronte a Mosul ovest, dove centinaia di migliaia di persone sono senza cibo e senza cure mediche.
A Mosul lavora anche l’infermiera italiana Chiara Burzio, che racconta la propria esperienza nel paese.
“Sono Chiara Burzio, sono il coordinatore medico di Medici Senza Frontiere qui in Iraq. Sono un’infermiera di rianimazione e faccio parte del nostro team d’urgenza. Quindi quando c’è, per esempio, un terremoto, un uragano oppure una guerra, sono parte del primo team che arriva sul campo per iniziare le attività.
La situazione a Mosul è drammatica. Dall’apertura del nostro ospedale abbiamo ricevuto più di 2000 pazienti. Un 25% di loro presenta traumi che li mettono a rischio della vita, quindi codici rossi. Il 45%-50% sono donne e bambini. Le ferite sono ferite gravi, solitamente multiple, un solo paziente può avere una ferita da arma da fuoco e una ferita da schiacciamento.
Per il primo mese e mezzo delle attività siamo stati gli unici. Ricevevamo ottanta pazienti al giorno dei quali almeno una ventina avevano bisogno di chirurgia salvavita.
Non ho mai visto così tanti pazienti e con ferite così serie tutti insieme in una giornata.
Tutti i pazienti hanno una storia drammatica da raccontare. Tutte le famiglie hanno qualcuno che è stato ferito o è morto. Vedere quanti bambini… Le ferite drammatiche e gravi di questi bambini, è dura, veramente dura da affrontare.
È importante per me essere qui in Iraq in questo momento, perché posso toccare con mano l’aiuto che stiamo dando a queste persone. Vedo i risultati immediati di come possiamo aiutare questa popolazione, che è traumatizzata a livello fisico e a livello psicologico, nel rinascere e nel ritrovare un po’ anche la gioia di andare avanti.” (Comunicato Stampa)