Violenza donne. Da Rimini a Melito Porto Salvo, De Lucia: “Apriamo coscienze e spegniamo cellulari”
Le notizie che in questi ultimi giorni catturano inevitabilmente la nostra attenzione, sono quelle riferite alle violenze nei confronti dì giovani donne, e a volte, anche di bambine.
E Napoli, Rimini e Melito Porto Salvo sono lo scenario dove queste violenze si sono consumate.
Violenze apparentemente diverse.
Alcune fisiche, altre puntualmente consegnate alla “macelleria” del web, ma accomunate da un unico comune denominatore” il non rispetto della vita altrui”. La cosa più facile da pensare è attribuire tutta la responsabilità ai social, alla comunità, alla scuola, dimenticando forse che il peso più grosso sulla coscienza, dovrebbe averlo lo Stato.
Tutti i governi che si sono alternati hanno lavorato per ridurre la spesa sociale ai minimi termini.
Gli enti locali investono sempre meno in centri di aggregazione o in prevenzione soprattutto della dispersione scolastica, lasciando di conseguenza soli i nostri ragazzi.
Perché dei giovani si sentono autorizzati ad abusare di una bambina, o due ragazze a riprendere l’amica mentre viene stuprata?
La risposta è quasi impossibile.
Se anche uno di questi giovani invece, avesse trovato un posto dove rivolgersi, un punto di riferimento, un luogo sicuro e rassicurante, molto probabilmente tante sofferenze si sarebbero potute evitare.
Ma sin quando i se ed i ma rimarranno tali, la via percorsa e da percorrere, condurrà sempre e solo in un vicolo cieco.
Apriamo gli occhi e le nostre coscienze, e spegniamo i computer ed i cellulari, il tempo necessario ad individuare una soluzione.
Non sarà facile, ma è tempo che la ragione ed il comune senso di responsabilità coinvolgano tutti coloro che hanno la possibilità di cambiare le cose.
Pino De Lucia Lumeno
Presidente Cooperativa Sociale Agorà Kroton