Violenza sulle donne, l’appello del Centro per uomini maltrattanti di Modena
“Chi maltratta le donne non perda tempo, venga -da solo- da noi”
Al Centro ‘Liberiamoci dalla violenza’ dell’Azienda Usl di Modena, attivo da 11 anni (prima esperienza in Italia di centro pubblico ad accesso volontario gratuito per uomini che maltrattano le donne) arrivano ‘utenti’ indirizzati a questa struttura da avvocati, da professionisti di altri servizi, e dalla Questura. Ma dovrebbero venirci ‘da soli’. In modo volontario e spontaneo.
“Occorre ribadire l’importanza per gli uomini di intraprendere questo percorso anche in modo più diretto e motivato, riconoscendo la necessità di dover porre in essere un cambiamento”, sottolinea e raccomanda l’Ausl di Modena nel fare il punto su questo suo servizio. “Coloro che agiscono comportamenti violenti contro le donne e non chiedono aiuto, nell’85% dei casi rischiano la recidività: per questo chiediamo agli uomini autori di violenza di non perdere tempo, di rivolgersi al Centro per darsi l’opportunità di cambiare e di migliorare”, dichiara Monica Dotti, coordinatrice del Centro.
COS’È E COME FUNZIONA IL CENTRO “LIBERIAMOCI DALLA VIOLENZA”
Gestito direttamente dai Consultori familiari in tandem con il Servizio di Psicologia dell’Ausl di Modena, il Centro si occupa soprattutto di intervenire sugli autori della violenza, “per generare un cambiamento culturale che contribuisca, e anticipi prima che si manifesti in maniera irrimediabile, all’eliminazione di ogni atto aggressivo“.
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Al momento ha in carico 51 uomini tra i 24 e i 68 anni: operai, artigiani, impiegati, pensionati, disoccupati, “segno di come il problema sia trasversale a ogni stato economico e sociale”. Dal dicembre 2011, il Centro è stato contattato da 1.486 persone, 647 uomini, per ricevere un appuntamento; 125 donne per informazioni per i loro compagni-mariti e 714 professionisti appartenenti a servizi interessati, tra cui avvocati, giornalisti e studenti universitari. I percorsi trattamentali conclusi sono stati 174.
“È DAVVERO POSSIBILE DETERMINARE UN CAMBIAMENTO NEGLI UOMINI”
“Nella violenza l’obiettivo prioritario resta la protezione e la sicurezza delle donne e dei bambini che assistono alle violenze intrafamiliari, ma aiutare gli uomini a cambiare può contribuire a rafforzare l’azione di protezione verso le vittime- dichiara Dotti- per tentare di frenare il fenomeno appare fondamentale riuscire a modificare i comportamenti di chi utilizza la violenza come soluzione dei problemi, senza rendersi conto che la violenza è essa stessa un grande problema”.
Dopo 11 anni di lavoro a contatto con autori di violenza, “siamo giunti alla conclusione che è davvero possibile determinare un cambiamento negli uomini che riconoscono di avere questo problema, un cambiamento che però deve essere posto anche a livello culturale nella società in cui viviamo- prosegue Dotti- coloro che agiscono comportamenti violenti contro le donne e non chiedono aiuto, nell’85% dei casi rischiano la recidività”. Nel Centro, la sede si trova presso il Consultorio di via Don Minzoni 121, lavorano attualmente tre psicologi-psicoterapeuti.
I CASI DI VIOLENZA ARRIVANO ANCHE AL PRONTO SOCCORSO
Ma per intercettare i casi di violenza, nei Pronto soccorso, l’Ausl svolge percorsi di “triage” nei riguardi di donne che accedono per ricevere assistenza legata a problematiche di violenza domestica. Nel 2021 nei Ps dell’Ausl e dell’Ospedale di Sassuolo sono stati 245 gli accessi di donne maltrattate (158 italiane e 107 straniere); 134 nel primo semestre del 2022 (59 italiane e 75 straniere). Nei Consultori familiari nel 2021 le donne incontrate sono state 164; 110 nel primo semestre del 2022.
I professionisti degli Spazi Giovani dei Consultori, svolgono anche sensibilizzazione nelle scuole (tra 2021 e 2022 sono stati coinvolti 9.674 giovani e 1.042 adulti di riferimento). (Agenzia DIRE)