Zongo, una suora e un imam per aiutare i profughi del Centrafrica
ZONGO – Una missionaria italiana e un leader musulmano insieme per aiutare i profughi del Centrafica. Suor Maria Concetta, 80 anni, cura gli sfollati nel suo ospedale nella Repubblica Democratica del Congo, mentre l’imam Moussa Bawa, 72 anni, li ospita nella propria casa e predica la virtù del perdono. A questi due vecchi amici, che insegnano la pace in una regione devastata dalla guerra è dedicato un articolo di Céline Schmitt pubblicato da Africa.
Suor Maria è arrivata in Congo nel 1959 e da allora ha aiutato a nascere oltre ventimila bambini. Dal 1984 lavora infatti come ostetrica a Zongo, una piccola clinica gestita dalle Figlie di San Giuseppe di Genoni. L’ospedale è un punto di riferimento per quasi quindicimila persone che vivono nel campo profughi di Mole. Quando è indispensabile un intervento chirurgico o un trattamento di lungo termine, L’Alto Commissariato Onu per i rifugiati invia lì le persone che necessitano di cure. “Le vittime più fragili sono i bambini, i figli dei profughi, costretti a vivere un infanzia da esuli – dice nell’articolo. – Noi cerchiamo di lenire le loro sofferenze accogliendoli nelle nostre scuole”.
Mentre suor maria si concentra su come curare i profughi e mandare i loro figli a scuola,Moussa Bawa, imam di Zongo, insegna ai rifugiati la virtù perdono: li accoglie a casa sua, ascolta i loro problemi e offre loro consigli. “Dobbiamo parlare a una persona e poi al suo nemico, e dobbiamo cercare un’opportunità per riconciliarli”, dice nell’articolo. Moussa predica il perdono e la pazienza durante la preghierta del venerdì: “Se qualcuno ha ucciso tuo fglio o tuo padre, è impossibile dimenticarlo, ma è possibile perdonare. Anche Dio perdona”.
La suora e l’imam non credono che il problema delle tensioni in Centrafica sia religioso ma politico. “La fede non divide, è la politica che semina odio tra le persone – dice Moussa Bawa. – Quando Dio disse: ‘Vivete insieme’, non ha fatto alcun riferimento a cristiani e musulmani. Ha detto ‘insieme’”.
“Moussa e io ci conosciamo bene, da una vita – aggiunge la suora. – Organizziamo eventi insieme per far convivere le due differenti religioni. Il nostro è un messaggio di pace e fratellanza. Che cerchiamo di propagandare anzitutto con il nostro esempio, con la nostra amicizia”. (RS)
(photo credit: Brian Sokol/Panos Pictures/Luz)